Giorno importante per un personaggio che ha regalato, insieme ai suoi ragazzi, momenti di gioia e di felicità assoluta a chiunque ha avuto la fortuna di vivere le notti mondiali di Germania 2006; compie infatti 73 anni Marcello Lippi, il Commissario Tecnico di quella nazionale che speriamo verrà presto raggiunta, chissà, da quella di Roberto Mancini.

LA CARRIERA NELLE SQUADRE DI CLUB E LA CHAMPIONS CON LA JUVE A ROMA. Dopo una onorevole carriera da giocatore che l’ha visto essere anche il capitano della SampdoriaMarcello Lippi inizia la sua avventura in panchina proprio allenando le squadre giovanili della società blucerchiata, per poi approdare al Pontedera in Serie C2 per la sua prima esperienza su una panchina di una squadra professionistica. Seguiranno esperienze con altalenanti successi sulle panchine di Siena, Pistoiese, Carrarese, Cesena e Lucchese. La prima panchina di Serie A arriva nella stagione 92-93 dove conduce in maniera assolutamente non pronosticabile l’Atalanta al settimo posto ad un posto dalla qualificazione europea. L’anno successivo vivrà la sua unica stagione a Napoli dove, nonostante i molteplici problemi economici della società di Ferlaino, guida i partenopei alla qualificazione in Coppa Uefa, facendo esordire un giovanissimo Fabio Cannavaro.

La stagione successiva arriva la chiamata che farà svoltare in maniera definitiva la sua carriera: la Juventus di Moggi, Giraudo e Bettega. Alla guida dei bianconeri, in due esperienze temporalmente distanti con una parentesi all’Inter, vincerà 13 trofei nazionali ed internazionali, tra cui la celebre Champions League stagione 95/96, a Roma battendo ai rigori l’Ajax e vincendo la Coppa Intercontinentale in Giappone contro il River Plate grazie ad una rete di Alessandro del Piero.

LE NOTTI TEDESCHE E QUEL TUFFO NEL LAGHETTO. Finita la carriera nei club nel 2004 arriva la chiamata della Federazione Italiana che decide di affidargli la panchina dopo la sfortunata avventura di Trapattoni. Si arriva in Germania dopo Calciopoli, con mille polemiche e con la maggior parte dei tifosi che volevano che gli Azzurri non fossero neanche presenti alla kermesse iridata. Poi però la nazionale disegnata da Lippi vince il girone contro Ghana, Stati Uniti e Repubblica Ceca, soffre e batte l’Australia di Guus Hiddink con un rigore di Totti, demolisce l’Ucraina nei quarti con Toni e Zambrotta.

Arriva la semifinale di Dortmund contro i padroni di casa della Germania e Lippi ricorda i giorni di vigilia di quella partita, con i nostri emigrati che provavano in tutti i modi a far capire ai nostri ragazzi quanto fosse importante per loro quella partita. Lippi racconta un aneddoto particolare: nei giorni precedenti alla gara era convinto che i tedeschi avessero installato della videocamere nel campo di allenamento della nostra nazionale e Lippi ordinò ai suoi ragazzi a fine allenamento di tirare giù i pantaloncini per mostrare i fondoschiena alla presunte spie. Evidentemente il mister si sbagliava, altrimenti siamo sicuri che l’immagine hot dei nostri ragazzi avrebbe fatto il giro del web.

Arrivò poi la finale vinta ai rigori contro la Francia, con il rigore di Grosso che ci incoronò campioni del Mondo. A Lippi toccò mantenere una promessa: nelle vicinanze del ritiro di Duisburg c’era un laghetto malmesso e putrido ed il tecnico viareggino promise di tuffarsi dentro quella “grossa pozzanghera” in caso di vittoria del titolo iridato. Promessa che mantenne tirando uno scherzo ai suoi ragazzi visto che riemerse con un grosso pesce fatto preparare sul fondo del laghetto da un pescatore del luogo.

Saremo sempre grati per quello che ci ha regalato.