Gli anni ‘2000 hanno regalato tanti campioni agli appassionati di calcio italiani ma anche tanti “bidoni” che hanno in qualche modo abbassato il livello del nostro calcio ma nessun trasferimento fu più clamoroso di quello di Al Saadi Gheddafi, terzogenito del dittatore libico, che nell’estate del 2003 viene acquistato dal Perugia di Luciano Gaucci e Serse Cosmi che in quella stagione sarà addirittura impegnato in Coppa Uefa.

Gheddafi, nato il 28 maggio del 1973, viene presentato in un castello con oltre 120 testate giornalistiche accreditate ed oltre 100 persone impiegate nel servizio d’ordine che rendono l’evento più una visita di stato più che una presentazione di un calciatore. Franco Scoglio, c.t. libico in quegli anni, da una definizione abbastanza calzante del Gheddafi calciatore: “E’ un calciatore che non vale niente”.

In effetti, a parte una doppietta nel ritiro precampionato ai dilettanti del Bassano, Gheddafi scenderà in campo solo alla penultima giornata contro la Juventus per pochi minuti, quando i “grifoni” sono ormai già retrocessi in Serie B. Incredibilmente Cosmi decide di portare con se il “trequartista che ama giocare dietro le punte”, come lui si descrive, anche l’anno successivo all’Udinese con i bianconeri impegnati addirittura in Champions League. Gheddafi anche qui assaggerà il campo solo alla penultima giornata ma con Galeone in panchina, visto che i friulani cambieranno due allenatori nel corso della stagione. In quella partita Gheddafi andrà vicino anche al gol contro il Cagliari ma Chimenti negherà questa clamorosa gioia con uno straordinario colpo di reni.

In estate passa alla Sampdoria non collezionando neanche un minuto nonostante sia arrivato nell’ambito dell’accordo economico che la Erg, allora proprietaria dei blucerchiati, stringe con il governo libico. Tornerà in patria e finirà in carcere, seviziato e torturato, dopo la caduta del regime dittatoriale del padre avvenuta nel 2011.

Alcuni video lo mostrano irriconoscibile nel 2015 dopo le violenze subite ma a noi piace ricordarlo come il più “esotico” bidone calcistico approdato nella nostra Serie A.