Ci sono bomber fatti per essere determinanti in squadre di provincia, nati per essere degli emigranti del mondo del calcio e per regalare gioie a piazze che vivono di calcio. Questo destino risulta ancora più calzante quando nasci a Milano, il 18 aprile del 1974 da una famiglia però napoletana verace, esattamente di San Giovanni a Teduccio; questa é la storia di Arturo Di Napoli, per tutti Re Artù.

Di Napoli cresce nelle giovanili dell’Inter e, dopo due esperienze con Gualdo e Acireale, arriva il prestito al Napoli, suo sogno da ragazzino, dove esordirà in Serie A e metterà la sua prima firma in massima serie in un 2-2 contro la Sampdoria.

Tornerà all’Inter che lo riscatta ma, chiuso da una squadra di fenomeni, andrà a conquistare la sua gloria nelle squadre di provincia. Vicenza, Empoli, Piacenza prima di essere il bomber di ‘casa Zamparini’ visto che accompagnerá il vulcanico presidente nel suo passaggio da Venezia a Palermo.

Al termine della stagione con i rosanero si svincola e nell’estate del 2003, dopo aver fallito un provino con il Besiktas, trova la sua ‘terra promessa’ a Messina. Con la maglia giallorossa nella sua prima stagione in B segnerà 19 gol mettendo una firma indelebile sulla promozione in Serie A. L’anno successivo in A segnerà 9 gol nello storico 7^ posto dei siciliani in Serie A mentre in quel dopo il suo record personale in massima serie con 13 reti.

Tornerà nella sua Messina anche in Serie D a 35 anni mettendo a segno 20 gol, dopo aver regalato gioie e soddisfazioni anche con la maglia della Salernitana.

Questo é stato il fantastico regno di Re Artù.