Il calcio italiano negli anni ’90 ha saputo regalarci meravigliose favole scritte da società che potevano a tutti gli effetti essere considerate delle “Cenerentole” dal punto di vista calcistico.

In questo articolo, vogliamo portarvi in un piccolo paese della Puglia, capoluogo di provincia insieme a Barletta e Trani ma fino a pochi anni fa provincia di Bari, che è salito alla ribalta delle cronache nazionali per una squadra capace di un calcio propositivo e che ha saputo tener testa in Serie B a grandi “nobili” come Genoa e Cagliari: la Fidelis Andria di Giuseppe Papadopulo.

Le meravigliose due stagioni con in sella il tecnico nato a Casale Marittimo in provincia di Pisa, inizia nel campionato 1996-1997 in Serie C1, con ai nastri di partenza squadre blasonate come Avellino, Ancona, Lodigiani ed Ascoli ma è l’Andria la vera favorita del girone visto che veniva da una dolorosa retrocessione dalla Serie B, in cui era stata l’anno precedente e che aveva chiuso il primo ciclo glorioso dei pugliesi. In quella prima esperienza si erano alternati in panchina grandi maestri del nostro calcio di provincia come Bruno Bolchi e Attilio Perotti, mietendo risultati positivi grazie alle prestazioni di giovani talenti, che poi avrebbero fatto una grande carriera in Serie A come Nicola Amoruso e Roberto Ripa, e giocatori “di categoria” come Vittorio Insanguine, bomber degli andriesi in quelle stagioni.

All’inizio di quel campionato partirà la rivoluzione della rosa che vedrà arrivare allo stadio “Degli Ulivi” ragazzi che avrebbero scritto la storia di quella Fidelis Andria come il portiere Cristiano Lupatelli, i centrocampisti Renato Olive ed Oberdan Biagioni e l’attaccante Mario Lemme che si mostrerà determinante nella stagione dei biancoazzurri. La stagione della Fidelis Andria sarà trionfale condita dal record di vittorie fino a quel momento in campionato (17 su 34 partite giocate) ed il miglior attacco della serie C (con 42 gol segnati). A costruire questa corazzata ci pensò Guido Angelozzi, giovane rampante Direttore Sportivo che poi avrebbe fatto carriera e lavorato in società come Lecce, Bari, Perugia, Spezia, Sassuolo e Frosinone.

Nel mercato estivo la squadra non sarà rivoluzionata, cercando di tenere in piedi l’ossatura della squadra che aveva stravinto il campionato di Serie C e vengono fatti anche due acquisti esotici, che non rispetteranno le grandi attese dei tifosi andriesi, come l’attaccante argentino Cristian Jeandet e l’attaccante croato Pedrag Gajic. L’esordio avviene al “Renato Curi” di Perugia e questa è al formazione schierata dal tecnico Papadopulo il 31 agosto del 1997: Frezzolini, Sarcinella, Recchi, Mariani, Franchini, Cappellacci, Olive, Sturba, Frezza, Biagioni, Lemme.

La squadra parte come destinata a dover tornare subito in Serie C ma mister Papadopulo compie l’ennesimo miracolo conducendo la squadra ad una tranquilla salvezza con un 12^ posto finale ed anche con la soddisfazione di aver affrontato in Coppa Italia la Lazio, perdendo sia all’Olimpico che al Degli Ulivi, ma facendo una figura ottima soprattutto nella gara nella Capitale persa per 3-2. Memorabili le vittorie in quella stagione, condizionata da un girone di ritorno fantastico, nel derby contro il Foggia per 2-0 e contro il Genoa con lo stesso risultato. Capocannoniere della squadra al termine della stagione sarà Oberdan Biagioni, autore di 15 reti e capace di regalare lampi di classe. Al termine della stagione Papadopulo considera finito il suo ciclo in Puglia e decide di accettare l’offerta della Lucchese mentre il presidente Fuzio affida la panchina allo svizzero Morinini, esordiente in categoria.

La stagione sarà dura, condizionata dal cambio di allenatore con Morinini sostituito con Rumignani, che condurrà la Fidelis alla retrocessione in Serie C, con l’ultima drammatica partita giocata contro la Ternana e persa per 2-1, quando all’Andria serviva solo la vittoria. Eppure la squadra sembrava essersi rinforzata nel mercato estivo, visto che arrivarono giovani promesse come Bernardo Corrari e Matjaz Florijancic. Niente da fare per i pugliesi che abbandonano le Serie B e pochi anni dopo falliranno ripartendo dalle categorie dilettantistiche.

La favola della Fidelis Andria rimarrà per sempre una pagina “romantica” del calcio di casa nostra.