Nato a Roma il 13 maggio del 1966, Marco Nappi è stato uno degli attaccanti più amati a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, soprattutto per la sua tenacità e la sua capacità di essere sempre al massimo dal punto di vista dell’impegno e della dedizione alla causa.

“Nippo” Nappi, o “Foca Monaca” (soprannome messo dai tifosi del Genova per la capacità del brevilineo attaccante romano di correre con il pallone sulla testa), in una recente intervista a ilposticipo.it, ricorda le sue esperienze nelle squadre in cui ha militato maggiormente, partente proprio dal “Grifone”: “Quando sono arrivato sono entrato subito nel cuore dei tifosi: a Genova apprezzano i giocatori che non mollano mai, che corrono fino alle fine e danno sempre tutto anche se magari sbagliano tanto sotto porta. Tutte le volte in cui sono andato via dal Genoa è stata una scelta della società. Quando sono ritornato l’ho fatto con piacere rinunciando anche a contratti importanti. Le mie figlie sono nate a Genova, lì c’è la mia famiglia. La città rimarrà sempre nel mio cuore.”

Poi un ricordo sulla Fiorentina, formazione con cui ha esordito nella massima serie: “Mi ha dato la possibilità di esordire in Serie A. Devo ringraziare il mister Bruno Giorgi che purtroppo non c’è più: mi ha voluto a Firenze, mi ha fatto esordire anche nelle coppe europee. La Fiorentina mi ha permesso di consacrarmi nel grande calcio, la ricordo sempre con affetto: i tifosi mi facevano i cori “Nappi-gol”, per strada mi chiamavano “Nappino”. Ovunque sono stato, sono stato amato e rispettato perché io ho sempre onorato la maglia che ho vestito.”

Infine un pensiero sull’Atalanta: “Ho ricordi fantastici, sono arrivato al Bergamo nel 1999-2000: all’epoca la squadra giocava in Serie B. Abbiamo vinto il campionato e l’anno dopo siamo arrivati settimi in A. I tifosi stravedono per me e io stravedo per loro perché mi hanno fatto sentire un giocatore importantissimo sia nell’anno della B che in quello della A. Ho segnato anche due gol al Milan nei quarti di finale di Coppa Italia: è stato fantastico.”

Un po’ di “Amarcord” sulla Serie A di quegli anni: “Negli Anni ’90 c’era gente come Maradona, Van Basten, Careca, Matthäus, Brehme, Karl-Heinz Riedle. Poi anche Weah, Shevchenko, Leonardo, Fernando Couto, Zidane e Trezeguet. Ho fatto gol a Van der Sar. Per me è impossibile paragonare i giocatori di allora con quelli di oggi: scelgo gli Anni Novanta. I miei anni di A e B sono stati fantastici. Quando noi giocavamo in B c’erano squadre veramente importanti con giocatori incredibili, non è la B di oggi”.

Nippo Nappi e i ricordi di un calcio che non c’è più.