Compie gli anni un ragazzo belga arrivato nel Golfo di Napoli nell’estate del 2013 nell’indifferenza generale e diventato dopo poco più di 8 anni il più grande realizzatore della storia del Napoli, oltre che partenopeo d’adozione, tanto da meritare un nuovo nome di battesimo: stiamo parlando ovviamente di Dries “Ciro” Mertens.

Dries nasce a Lovanio in Belgio il 06 maggio del 1987 e muove i primi passi della carriera nella squadra del suo paese, lo Stade Leuven, prima di approdare alle giovanili di Anderlecht e Gent. Dopo le ottime prestazioni con l’AGOOV in seconda divisione olandese e con l’Utrecht, dove arriva secondo alle spalle di Luis Suarez come miglior giocatore del torneo, si guadagna la chiamata di una “grande” d’Olanda come Psv Eindhoven. Giocherà 2 stagioni in maglia biancorossa, che fu tra gli altri di un certo Luis Nazario da Lima al suo primo anno in Europa,giocando 62 partite e segnando 37 reti, meritandosi la chiamata di De Laurentiis e del suo Napoli, galvanizzato dall’acquisto di un certo Gonzalo Higuain dal Real Madrid.

Dopo tre stagioni buone da esterno sinistro del tridente d’attacco prima con Benitez e poi con Sarri, la carriera di Dries cambia quando Milik, sostituto del partente Higuain, si infortuna per diversi mesi e lo stesso Sarri gli inventa il ruolo di “falso nueve” in un tridente completato di Insigne e Callejon. Chiuderà la stagione 2016-2017 con 28 reti e la palma di vice capocannoniere alle spalle di Edin Dzeko. Il giorno del destino tra Mertens ed il Napoli è il 13 giugno 2020 quando in una semifinale di Coppa Italia contro l’Inter sigla il momentaneo 1-1 e il suo personale gol numero 122 in maglia azzurra, scavalcando Marek Hamsik e Diego Armando Maradona, diventando il giocatore più prolifico della storia azzurra.

Nel frattempo Mertens per tutti i napoletani è diventato Ciro, a dimostrazione di quanto questo sgusciante ragazzo belga sia diventato l’idolo dei tifosi dell’allora San Paolo; un amore che lo stesso Mertens, in una recente intervista al sito belga Hln, descrive così: “A Napoli mi sento un re – ha detto l’attaccante al sito belga Hln -, basta poco per perdere il trono ma per ora sto vivendo una favola. Dopo il ritiro andrò a vivere in Belgio perché vedo troppo poco i miei nipotini. Ma con la mia compagna Kat abbiamo parlato del nostro bellissimo appartamento a Napoli (a Palazzo Donn’Anna, all’inizio della collina di Posillipo, ndr): vorrei tenerlo, ma credo che sarà difficile.

Poi un passaggio sul suo futuro dopo la carriera da calciatore: “Fare l’allenatore è troppo stressante. Tutti gli allenatori sono sempre stanchi. Al momento penso solo a continuare a giocare: a volte credo di poterlo fare fino a 40 anni. Altre volte penso che, non avendo figli, se mi fermassi potrei girare il mondo. Mi piacerebbe scoprire cose nuove, anche se adesso siamo in una bolla. In ogni caso, non ho paura che in futuro la mia popolarità finisca. Non temo che dopo il calcio la gente si dimentichi di me“.

Sarà difficile per tutti i napoletani dimenticarsi di te caro Dries… o meglio “Ciro”.