Nasce l’8 maggio del 1978 a Planaltina in Brasile Lucimar Da Silva Ferreira, in arte semplicemente Lucio, protagonista nel 2010 del Triplete dei nerazzurri e ricordato dai tifosi nerazzurri oltre che per la grande solidità difensiva anche per alcune “scorribande” in fase offensiva che già dai tempi del Brasile gli sono valsi il soprannome “ O’ Cavalo”.

Con i nerazzurri collezionerà 136 presenze e 5 reti, ed arriva a Milano già con il Palmares di grande giocatore visto che, dopo il folgorante inizio in Europa con il Bayer Leverkusen dove raggiunse una finale di Champions League, aveva vinto il Mondiale in Corea e Giappone nel 2002 oltre che svariati titoli con la maglia del Bayern Monaco, squadra della quale era diventato un pilastro inamovibile. Inamovibile non per Massimo Moratti che, su consiglio di Josè Mourinho, suo grande estimatore, lo acquista per la cifra di 5,3 milioni di euro.

In una recente intervista alla Gazzetta dello Sport, dopo aver rimarcato la grande speranza che nutre in Conte allenatore, ricorda i pochi mesi trascorsi con lui alla guida della sua esperienza alla Juventus. Cosa ricorda Lucio? “Pochi, perché ho passato solo sei mesi con lui alla Juve, ma era un allenatore esigente a cui piaceva lavorare molto. E poi sapeva concentrarsi benissimo sulla parte fisica: questo aspetto è decisivo per creare squadre così competitive come le sue. E quanti video ci faceva vedere sia prima che dopo i match! Mi sembra l’uomo giusto per riportare l’Inter alla vittoria e per costruire una solida carriera a Milano. È un po’ strano vederlo lì visto il suo passato, ma nel calcio contano i risultati. E lui li sta ottenendo.

Poi a chi gli chiede il suo miglior momento in nerazzurro, tralasciando l’ovvietà della finale di Madrid che regalò il Triplete, Lucio racconta: L’inizio, i primi giorni, perché il successo è nato là. C’era un’atmosfera speciale e devo ringraziare Julio Cesar, Thiago Motta, Maicon che mi avevano subito accolto. Ma anche gli argentini come Cambiasso, Zanetti o Samuel. Siamo legati per la vita perché è un trionfo incancellabile: non ci stancheremo mai di parlarne. Ma un pensiero va sempre a Mourinho: mi ha dato una fiducia unica, è davvero entrato nella mia testa”.