BARCELONA, SPAIN - APRIL 04: Andr?s Iniesta of Barcelona in action during the quarter final first leg UEFA Champions League match between FC Barcelona and AS Roma at Camp Nou on April 4, 2018 in Barcelona, Spain. (Photo by Stuart Franklin/Getty Images)

728 presenze tra Masia e Prima squadra del Barcellona, 62 gol in tutte le competizioni, 9 campionati spagnoli, 7 supercoppe di Spagna, 6 Copa del Rey, 4 Champions League, 3 Supercoppe europee, 3 Mondiali per Club, 2 Campionati d’Europa più un Mondiale con rete decisiva nei supplementari con la nazionale spagnola; tutto questo è stato Andrés Iniesta, probabilmente uno dei giocatori più forti degli ultimi trent’anni e più in generale della storia del calcio.

Iniesta nasce l’11 maggio del 1984 a Fuentealbilla in Castiglia, ed entra nella Masia del Barcellona a soli 12 anni dopo aver impressionato in un torneo giovanile con la maglia dell’Albacete, sua prima squadra ad appena 8 anni. Diventa subito giocatore chiave nelle selezioni giovanili blaugrana ed a 15 anni è il capitano dell’Under-15 che vince la Nike Cup con un suo gol in finale. Louis Van Gaal non intende aspettare perché vede in lui il destino del predestinato e a poco più di 18 anni lo fa esordire in prima squadra in una gara di Champions League nel 2002 contro il Brugge.

L’anno successivo, con Rijkaard in panchina, causa anche un brutto infortunio di Xavi, si prende i gradi da titolare che non lascerà più per tutta la sua esperienza a Barcellona. Nonostante già con l’ex centrocampista del Milan e dell’Ajax in panchina arrivino glorie personali e successi di squadra come la finale di Champions League vinta a Parigi contro l’Arsenal, è con Guardiola che arriva l’apoteosi della carriera di Iniesta culminata anche con i successi in serie della nazionale spagnola, con la Roja che inanella due campionati europei di fila (2008-2012) ed un Mondiale, quello in Sudafrica nel 2010, dove è proprio Iniesta con un gol in finale nei supplementari contro l’Olanda a regalare l’alloro Mondiale.

Con Pep Guardiola vincerà 2 Champions League, entrambe contro il Manchester United di Sir Alex Ferguson, che quando gli viene fatta una domanda su quale fosse il pericolo più grande per i Red Devils prima di una di queste finali, al The Guardian risponde: “Non sono ossessionato da Messi, il pericolo è Iniesta. È fantastico, fa giocare bene la squadra, il modo in cui trova i passaggi, il suo movimento e la capacità di creare spazi sono incredibili. È importantissimo per il Barcellona.”

Proprio Iniesta ci racconta perché il Barcellona di Guardiola era imbattibile: “In una squadra vincente devono convivere al meglio più fattori. Sotto la guida di un tecnico spettacolare come Pep siamo riusciti a crescere insieme sfruttando al meglio il nostro talento. Lo abbiamo fatto grazie ad un calcio che era bello da vedere ma non fine a se stesso visto i tanti trofei che ha portato in bacheca. Il Barça perderà, vincerà ma proverà sempre a mantenere la propria identità che è la stessa nella quale ci siamo ritrovati noi in quel periodo d’oro”.

In una splendida intervista al Corriere dello Sport gli viene chiesto come mai tutti i suoi compagni hanno ricordi positivi anche dell’Iniesta uomo: tutti parlano bene di me? Meno male, è stato un onore condividere con i miei compagni e i miei familiari tutte le gioie che ho conquistato sul campo”.

Buon compleanno Don Andrés!