Il calcio che punta a rendersi sempre più aristocratico e legato al denaro, nel corso degli anni ha sempre saputo regalarci belle favole calcistiche che hanno riconciliato con lo sport più seguito del mondo ma forse la più emblematica, anche per i modi in cui è avvenuta, è quella che portò il Treviso del presidente Setten a disputare il campionato di Serie A 2005/06, quello che prima dell’avventura mondiale dei ragazzi di Lippi in Germania, portò al cataclisma di “Calciopoli”.

Partiamo dalla stagione precedente, in Serie B, con gli uomini di Bepi Pillon, terzo allenatore della stagione, che con un gioco sbarazzino e spumeggiante e trascinati dalla coppia gol Barreto-Reginaldo, ottengono un meritato quinto posto in classifica alle spalle di Genoa, Empoli, Torino e Perugia. Il tabellone play off mette quindi di fronte il Treviso al Perugia ed il Torino all’Ascoli. La squadra di Pillon, nonostante elementi di esperienza come Pasquale Foggia e Marco Ballotta, sembra però impreparata ad affrontare un appuntamento simile quindi paga dazio perdendo entrambe le gare contro i Grifoni per 1-0 in casa e per 2-0 in Umbria.

Tutto finito? Neanche per sogno, visto che quella classifica verrà riscritta completamente al termine della stagione per due motivi principali. Il primo sarà la combine che vedrà coinvolte Genoa, vincitrice del campionato, e Venezia, protagoniste dell’ultima giornata di campionato a Marassi che sancì la promozione dei liguri (vittoria per 3-2); si accerterà che diverse figure, tra cui il presidente rossoblù Preziosi, “aggiustarono” la partita. Genoa retrocesso all’ultimo posto in classifica.

Il secondo motivo saranno i problemi economici che non permetteranno alle due squadre arrivate ai play-off di iscriversi al campionato di Serie A, vale a dire Perugia e Torino. I granata, promossi sul campo, dopo la sciagurata gestione Romero, saranno costretti ad applicare il Lodo Petrucci rinunciando alla A e ripartendo ancora dai cadetti. Il Perugia invece è ancora ostaggio della gestione Gaucci, arrivata ormai alla fine, e non potendosi iscrivere al campionato di Serie B chiede e ottiene anch’essa il Lodo Petrucci ripartendo dalla Serie C.

IL TREVISO E’ IN SERIE A!

In estate il presidente Setten da il via ad una rivoluzione praticamente totale, innanzitutto vendendo uno dei pilastri della squadra, Edgar Barreto, all’Udinese e poi facendo incetta sul mercato italiano ed estero di nuovi fenomeni (o presunti tali) e vecchie glorie in cerca delle ultime soddisfazioni della carriera; l’esperienza vissuta qualche anno prima dall’Ancona evidentemente non era servita molto ai dirigenti trevigiani. In porta arriva l’esperto Sereni ed un giovanissimo Samir Handanovic, in difesa i brasiliani Anderson e Gustavo, l’esperto Viali ed i giovani Dossena e Dellafiore, a centrocampo il centrocampista belga Baseggio, i gemelli Filippini ed il brasiliano Pinga dal Torino mentre in attacco a dare supporto a Reginaldo arriva la giovane promessa del calcio italiano Russotto e due giovani di casa nostra che faranno una carriera ottima che rispondono al nome di Robert Acquafresca e Marco Borriello. In panchina invece va Ezio Rossi, all’esordio nel massimo campionato. La sua esperienza durerà solo 11 partite visto che poi sarà sostituito da Cavasin, a sua volta sostituito, con la squadra già retrocessa, da Diego Bortoluzzi.

L’esordio del Treviso in quella stagione avviene in uno stadio prestigioso contro un avversario di livello assoluto: il 28 agosto 2005 a San Siro si gioca Inter-Treviso. L’Inter (campione d’Italia al termine di quella stagione dopo lo scandalo Calciopoli) allenata da Roberto Mancini schiera: Julio Cesar, Cordoba, Zanetti, Materazzi, Favalli, Stankovic, Figo, Veron, Cambiasso, Recoba, Adriano. Il Treviso di Rossi risponde con un 11 che è un inno al calcio di provincia anni ’90: Handanovic, Galeoto, Dossena, DellaFiore, Lorenzi, Gallo, A. Filippini, E.Filippini, Pinga, Beghetto, Reginaldo. A decidere la partita ci penserà l’Imperatore Adriano con una tripletta, facendo capire subito ai veneti che la stagione per loro sarà un supplizio. Arriveranno infatti in totale solo tre vittorie in tutto il campionato (2-1 in casa della Reggina, 2-1 in casa con il Lecce e 2-1 in casa contro l’Udinese) pur schierando la bellezza di 40 giocatori nell’arco del campionato.

Una favola partita con la giustizia ed il merito che trionfano sul malaffare e la cattiva gestione ma senza lieto fine visto che i 19 punti della stagione del Treviso in A saranno uno dei peggior risultati di sempre nella storia del massimo campionato italiano.