Adesso la Lazio è tra le squadre top in Italia ed è costantemente nelle competizioni europee, nonostante la gestione estremamente oculata dal punto di vista economico da parte del Presidente Lotito. Ma poco più di 35 anni fa la Lazio è stata ad un passo dal baratro e c’è un personaggio che ha incarnato lo spirito di quella Lazio che, tormentata dai problemi economici, faticava a restare in Serie B: Domenico Caso, nato a Eboli in provincia di Salerno il 09 maggio del 1954, di professione centrocampista esterno trasformato da Mister Bersellini all’Inter in regista davanti alla difesa.

Proprio in una recente intervista a noibiancocelesti.com Mimmo Caro racconta il perché di questo legame speciale con la Lazio: “Di Roma e dell’esperienza con la Lazio non posso che dire cose fantastiche. Anche se la mia storia con la Lazio è coincisa con il suo momento più drammatico: la Serie B e la paura di sparire dal calcio che conta. Alla squadra biancoceleste mi lega un affetto immenso, nato nella sofferenza e che, in fasi diverse della mia vita, hanno significato momenti di difficoltà anche di estrema gioia.”

Poi gli viene chiesto chi avrebbe portato nella sua Lazio e chi di quella Lazio avrebbe fatto comodo alla Lazio di Simone Inzaghi: Faccio il nome di Ciro Immobile per farlo giocare nella Lazio di Fascetti, per la sua generosità e per l’attaccamento alla maglia. In questa squadra, invece, porterei Giuliano Fiorini, non per la tecnica, ma per il suo cuore: la sua qualità migliore. Giuliano sarebbe l’attaccante ideale per ogni formazione della Lazio, con il suo cuore enorme ha salvato la sua storia”.

Domenico caso che è stato anche il primo allenatore dell’era Lotito, anche li con la paura di fallire e sparire dal calcio che conta dopo il crack della Cirio di Cragnotti: “Il presidente Lotito, dopo aver salvato la Lazio e la sua gloriosa storia dal fallimento, si trovò ad affrontare una nuova avventura, una squadra di Serie A da costruire da zero. Dopo aver fatto la preparazione in Giappone e perso contro il Milan la finale di Supercoppa Italiana, cominciammo il campionato, subito dopo i famosi nove acquisti nell’ultimo giorno di calciomercato. Nelle prime tre partite facemmo 7 punti: il presidente Lotito mi voleva subito adeguare il contratto, venivo dal settore giovanile, insieme ai miei collaboratori, rinunciamo a dei soldi per allenare la mia Lazio in serie A. Rinunciai a quel denaro in più perché volevo prima ottenere dei risultati. Non ho mai dato troppa importanza ai soldi nella mia carriera, preferendo sempre i rapporti umani e cercando di guadagnarmi le cose sul campo con il sudore. Il rapporto con il presidente Lotito è fatto di stima reciproca: è una persona che vale e se ne stanno rendendo conto anche i tifosi Laziali dopo le forti contestazioni che ha subito”.

Domenico Caso: il capitano che salvò con i suoi compagni la Lazio dal fallimento.