Nato a Presidente Prudente in Brasile il 18 maggio del 1969, Antonio Carlos Zago è stato protagonista dello Scudetto giallorosso nella stagione 2000/2001 ed è rimasto molto legato ai colori giallorossi, oltre ad essere rimasto nell’immaginario collettivo della tifoseria romanista come un giocatore molto coriaceo e determinato.

Proprio Zago, in una recente intervista a pagineromaniste.com, spiega dall’alto delle sue 137 presenze in tutte le competizioni con la maglia giallorossa, cosa serve per vincere nella Capitale, magari dando un consiglio indiretto al neo tecnico Josè Mourinho: “Per vincere a Roma ci vuole tutto, servono le palle. Servono giocatori che si identificano con la maglia della Roma, che vogliano bene alla Roma come abbiamo fatto noi in quel periodo. Quando noi abbiamo vinto lo Scudetto, c’erano giocatori che stravedevano per la Roma. Ci vuole tutto questo, perché sinceramente non è facile vincere. Però qualcosa deve cambiare, da 20 anni che la Roma non vince uno scudetto e speriamo che possa farlo il prima possibile”.

Poi Zago racconta cosa era la Serie A di quegli anni e chi sono stati per lui gli avversari più difficili da affrontare: “Sugli attaccanti dico che in quel periodo ce n’erano tantissimi. I più forti al mondo giocavano in Italia in quel periodo, quando sono arrivato c’erano: Casiraghi, Weah, Bierhoff, Batistuta, Chiesa, Inzaghi, Del Piero, Andersson del Bologna, Boban, Savicevic, Trezeguet, Zidane, Boksic. Lo stesso Mancini che ancora giocava, per me è difficile nominarne uno che mi ha messo di più in difficoltà. Ad esempio Ronaldo, forse lui era quello più forte e ha giocato alla grande in Italia. Anche Vieri era uno tosto, fortissimo fisicamente ma allo stesso tempo veloce. Proteggeva bene il pallone e cercava di innervosirti, forse lui è uno di quelli che mi ha messo di più in difficoltà.”

Poi un ricordo di “Pluto” Aldair, suo compagno di reparto ed in qualche modo “chioccia” durante il suo ambientamento italiano: “Parlare di Aldair è facile perché è anche mio amico. Lui mi ha aiutato tantissimo quando sono arrivato a Roma perché all’inizio era difficile capire i movimenti che chiedeva l’allenatore ai difensori. Poi però quando s’impara tutto diventa più facile e Aldair mi ha aiutato in tutto anche a conoscere la città e la cultura romana, è stato un Cicerone eccellente. Da compagni di reparto parlavamo tantissimo e posso dire che per me è stato un idolo, ho sempre cercato di assomigliargli e credo di esserci andato vicino”.

Zago: il mastino brasiliano campione d’Italia con la Roma.