Nel novembre del ’95 la Roma è alla ricerca di un attaccante per arricchire un reparto avanzato già forte nei suoi vari Balbo, Fonseca e Totti. La scelta ricade su un giovane promettente dell’Inter: Marco Delvecchio. Il 9 Novembre si perfeziona così il prestito con diritto di riscatto nel quale rientra anche lo scambio con Branca, attaccante non in linea con i piani dei Giallorossi.

Inizia così l’avventura di quello che di lì a poco diventerà un simbolo della tifoseria capitolina della “Lupa”. In realtà i primi tempi non furono idilliaci per il buon Marco. Il pubblico infatti aspettava un arrivo più di spessore dal mercato ed il suo ingaggio fù visto come un “contentino”. Il malumore era tanto da portare i supporters a fischiarlo ripetutamente. Nasce così la sua celebre esultanza con le mani dietro le orecchie, in segno di “sfida” verso i suoi “ingrati” tifosi. Per sua bravura e fortuna, Delvecchio riuscì a far cambiare presto opinione all esigente piazza giallorossa, tant’è che quella sua sopracitata esultanza divenne un icona per sentire la gioia dei tifosi.


Sempre a Novembre di 2 anni più tardi inizia quello che sarà una “sentenza” per gli anni a venire. Gol nel derby (perso 1-3). La stagione successiva ne rifila addirittura 3 in due partite ai cugini laziali. 1 nel 3-3 dell’andata e 2 nel 3-1 per la Roma al ritorno. Nonostante i continui cambi di posizione che i vari allenatori gli richiedono, lui si distingue sempre per l’impegno profuso, tanto da diventare un idolo della Curva Sud.


Anche nelle stagioni meno prolifiche per lui come quella scudettata del 2000/2001, terminata con sole 3 reti, non manca di timbrare il cartellino contro i biancocelesti (1 gol nel 2-2 del derby di ritorno). Il suo capolavoro lo realizza l’anno successivo. Dribbla Mihajlovic, salta Nesta e piazza la palla di sinistro all’incrocio dei pali. Altro derby altro gol anche la stagione seguente. 9 gol totali nella sfida della Capitale che sono un record (battuto nel 2015 da Totti). E che gli valgono il soprannome di Uomo Derby.
Lasciò la Roma nel 2005 dopo 300 presenze e 83 reti. Ma tutt’oggi, se dici derby a Roma dici Marco Delvecchio. La sentenza giallorossa a cavallo degli anni ’90/2000.