24 Febbraio 2002, ritorno del Derby della Mole. Dopo la storica rimonta granata dell’andata dal 3-0 al 3-3, la Juve è chiamata al riscatto sua per vendicare lo “smacco” dello scontro precedente con i cugini, sia per restare in scia di Inter e Roma.

C’è insomma tanta “carne al fuoco”, in un secondo atto del derby stagione 2001/2002.

La “Vecchia Signora” entra bene in campo e passa in vantaggio con un gol di Trezeguet servito al “bacio” da Davids. Nel primo tempo però, succede poco altro. Anche forse per merito del Toro che, memore del disastroso primo tempo dell’andata, nonostante lo svantaggio resta chiuso e prova a pungere in contropiede. La ripresa però è tutta da vivere. La Juve appare troppo tesa e fà difficoltà a creare occasioni, ne approfittano i granata, che prima con un tiro da fuori di Mezzano esaltano i riflessi di Buffon e poi sugli sviluppi di una punizione da 30 metri, dopo una “spizzata” di Thuram, puniscono i bianconeri con il “solito” Ferrante. Il buon centravanti del Torino, esulta poi alla sua maniera, cioè mimando un Toro nell’atto d’incornare. Il gol carica ancor di più, se possibile i granata che segnano ancora. Maspero dentro per Lucarelli che la mette in mezzo per l’imbucata di Cauet. 2-1 Torino e incubo che torna più reale che mai per la Juve.

Inizia l’assedio bianconero.  Tra le sostituzioni per cambiare la situazione,  Mister Lippi inserisce anche un giovane promettente centrocampista 19enne. Enzo Maresca. La pressione della Juventus produce una traversa di Ciro Ferrara sul quale dopo un batti e ribatti Bucci si supera nella respinta sul tiro a botta sicura proprio del nuovo entrato juventino. La Vecchia Signora però continua ad attaccare e sul cross dalla destra di Lilian Thuram a svettare di testa e ancora lui, Maresca. Parabola perfetta, che s’insacca nell’angolo alla sinistra del portiere Bucci. 2-2. Delirio bianconero.

Enzo (che è tra l’altro al primo gol in serie A) inizia a correre come un indiavolato e in preda alla trance agonistica e all’adrenalina del momento mette i due indici all’insù all’altezza delle tempie e imita la nota esultanza del suo avversario Ferrante, facendo godere i tifosi juventini e adirare quelli torinisti. È l’89 minuto. Poco dopo il Signor Paparesta fischia la fine della partita ed inizia la “caccia all’uomo” da parte dei giocatori del Toro.

Ma Maresca è già negli spogliatoi e nei cuori dei tifosi bianconeri. Finirà la stagione con poche altre presenze e tornerà dopo il prestito al Piacenza, nel 2003/2004 senza però incidere particolarmente (20 presenze e 3 gol), prima di andare via a proseguire la sua carriera alla Fiorentina prima e Siviglia poi.

Restano però quei secondi di gioia, che lo hanno fatto entrare di diritto nella storia ultra centenaria della Juventus e del Derby della Mole.

Del resto: “Non puoi vivere una favola se ti manca il coraggio di entrare nel bosco”.

Fabrizio Di Biase