1992-1993 DFP/Liverani Enrico Esultanza Inter Ruben Sosa

Attaccante iconico del calcio di “casa nostra” a cavallo degli anni ’80 e ’90 con le maglie di Lazio ed Inter, oggi ricordiamo la parentesi italiana di Ruben Sosa. Giocatore brevilineo e dotato di un grande fiuto del gol, Ruben Sosa arriva in Italia dopo le grandi prestazioni fornite in Spagna con la maglia del Real Saragozza.

Ruben Sosa scenderà in campo con la maglia della Lazio in 124 occasioni e segnerà 40 gol e lui ricorda la parentesi biancoceleste ai microfoni di Lazionews.eu: “Quando mi chiedono dei trofei vinti in carriera, rispondo sempre che quello più bello è l’amore dei tifosi della Lazio. Ancora oggi cantano il mio nome allo stadio, è un orgoglio per me. Loro sono unici. Allegri. vivono il rapporto con la squadra in maniera molto forte. Quando stavo nella Lazio non avrei mai pensato di trasferirmi all’Inter. Alla fine ci andai e passai tre anni meravigliosi.”

Ricca di soddisfazioni anche l’esperienza in maglia nerazzurra condita da 76 presenze e 44 gol, nonostante l’Inter di quegli anni non lottasse per grandi obiettivi, dopo lo Scudetto dei Record di Trapattoni. Ai colleghi di inter-news.it regala un curioso aneddoto: “Io ero il quinto straniero, ai tempi c’erano Bergkamp e Jonk, Pancev, Shalimov e io ero l’ultimo arrivato. Ho rischiato di non firmare il contratto perché la signora Pellegrini mi aveva fatto firmare un autografo per sua figlia, ma era lei quella che faceva i contratti. Era una persona che, attraverso la scrittura, pensava di capire che persona fossi. A me andò tutto male, perché capì che ero un donnaiolo, che non legavo con nessuno e che giocavo a calcio solo per soldi. Il mio agente venne da me e mi disse che non mi volevano più e di andare alla Lazio. Io gli chiesi di lasciarmi provare un’ultima volta. Sono andato da Pellegrini e dalla sua signora e gli dissi che se avessi segnato 20 gol, allora avrebbe dovuto pagarmi quanto chiedeva il mio agente. Se ne avessi fatti di meno, gli dissi che avrebbe potuto mettere lui la cifra che voleva sul contratto, che non mi interessava. Mi chiese se facevo sul serio e, quando confermai, fu felicissimo e mi disse che questo era il tipo di giocatori che voleva in squadra”.