Non è una regola scritta, ma una direttiva ben chiara. In nazionale, che si tratti di maggiore o di giovanili, non si pratica il Ramadan. Il digiuno musulmano non è più tollerato nelle selezioni francesi, per decisione della Federcalcio che impone ormai un rinvio della pratica religiosa ad altri momenti della stagione, come consigliano in determinati casi anche gli imam. Una scelta che, secondo l’Equipe, suscita perplessità se non tensioni tra alcuni giocatori di confessione islamica. La presa di posizione dei vertici federali deriva anche dalla crisi esplosa un anno fa quando alcuni giocatori dell’Under 21 avevano minacciato uno sciopero se fosse stato loro impedito di praticare il Ramadan in ritiro. Intervenne in seguito il presidente Philippe Diallo, annunciando una regola comune per tutti. Negli ultimi mesi, dunque, i dirigenti hanno preparato il terreno, stabilendo che dall’Under 16 alla nazionale vice-campione del Mondo, “alcuna pratica religiosa potrà indurre a cambiamenti dell’organizzazione collettiva”. In pratica, nel rispetto del principio di laicità, non saranno mutati orari di allenamenti, pasti o partite per rispettare precetti religiosi. Il Ramadan è iniziato l’11 marzo e durerà un mese, inglobando così le date delle ultime amichevoli prima dell’Europeo. Per la Francia, sono in programma due gare, contro Germania e Cile. Due test importanti per stabilire gerarchie e tendenze per le convocazioni finali.

E anche l’Under 21 di Thierry Henry affronta due gare di qualificazione con Slovenia e Bosnia, che avranno valenza di preparazione per le Olimpiadi parigine. Se nella nazionale maggiore la nuova regola annunciata con anticipo non ha suscitato particolari perplessità, qualche tensione si registra secondo l’Equipe nelle giovanili, da dove sarebbe stato escluso un giocatore determinato a non rinunciare al periodo di digiuno diurno. Per la Federcalcio, in caso di problemi, si privilegerà il dialogo, ricordando che anche alcuni imam consigliano agli sportivi di alto livello di rinviare il ramadan a giorni di riposo o meno intensi da un punto di vista di impegno fisico. Resta invece da stabilire il reale impatto del Ramadan sulle prestazioni in campo, al di fuori dei periodi estivi, quando la disidratazione può rivelarsi penalizzante.

Fonte: gazzetta.it