Il sogno di ogni figlio è quello di poter essere degno del padre, soprattutto quando il proprio genitore è stato un eccellenza nel proprio campo. Nel mondo del calcio c’è un signore nato a Bosco Chiesanuova il 16 maggio del 1945 in provincia di Verona, in una villa dove il padre aveva trasferito la famiglia durante la guerra, che ha ripercorso le orme vittoriose del padre che aveva creato la “Grande Inter” di Helenio Herrera: Massimo Moratti.

Massimo, figlio del grande Angelo Moratti, è l’attuale presidente della Saras, società operante nella raffinazione del petrolio grezzo, oltre che socio in altre società che fanno riferimento alla “casa madre” a capo della Holding. E’ stato presidente dell’Inter in due intervalli diversi ma proprietario per 19 anni dal 1995 al 2014, quando cede le proprie quote al gruppo Suning. Conquisterà 16 trofei tra cui il leggendario “Triplete” della stagione 2010 con Josè Mourinho in panchina e trascinati dai gol di Diego Milito, facendo diventare l’Inter la prima squadra in Italia, e sesta in Europa, a conquistare nella stessa stagione campionato, Coppa nazionale e Champions League.

Moratti però è rimasto intimamente legato alle sorti della squadra nerazzurra, tanto da essere comunque interpellato dal presidente Zhang per alcuni consigli nel corso di queste stagioni, quindi ha vissuto con enorme gioia il recente scudetto della squadra di Antonio Conte.

Proprio ai microfoni di Sky Sport ha così commentato la vittoria: “È stata una grande felicità, anche se ormai si era capito che questo sarebbe stato il risultato. Ma nel momento in cui lo ottieni è sempre speciale. Ero in famiglia e ho festeggiato in famiglia. Su Conte: “Conte è la tenacia. La sua tenacia e la sua resistenza lo caratterizzano. Malgrado il bello e il cattivo tempo, è riuscito a portare a termine il suo scopo e a raggiungere l’obiettivo proteggendo la squadra, plasmandola e dandole il proprio carattere. Per me è stato eccezionale e la tenacia è stata la sua caratteristica migliore.”

Poi si sofferma sul rapporto con Steven Zhang e sui consigli che gli ha dato per vivere al meglio il “mondo nerazzurro” : “Lui è giovane ma è un ragazzo pieno di sensibilità e attenzione. Poi ha un modo molto umile di porsi e, se stai attento, ti rendi conto che lui comunque le cose le conosce già. Ma fa ugualmente da spugna, cerca di prendere tutti i consigli che gli dai. È uno furbo, un ragazzo intelligente che capisce la situazione. I consigli che gli davo erano amichevoli, non certamente tecnici. Gli ho spiegato quale fosse il carattere dell’Inter e quello dei tifosi. E gli ho consigliato di essere sincero nella comunicazione e di non fare troppi calcoli, per avere un rapporto diretto con i tifosi senza mediazione”.

Chiude con una sua previsione sul futuro della società del suo cuore: “Io credo che si pensi sempre di provare ad ottenere qualcosa, anche se è difficile e gli altri non ci credono. Quindi partiamo l’anno prossimo con l’idea di riuscire a vincere tutto, poi se succedesse sarebbe fantastico ma non è certamente facile. La Champions vuole uno spirito particolare che l’Inter quest’anno non ha potuto avere. Ma credo che la stessa squadra che è uscita dalla Champions quest’anno, in questo momento farebbe molto meglio. Non c’è bisogno neanche di grandi ritocchi. Sarà appassionante l’anno prossimo provare a inseguire tutti gli obiettivi come fortunatamente è successo a me”.