Se gli anni Ottanta, la nostra Serie A comincia ad avvertire la concorrenza di altri campionati, segnatamente la Premier League e la Liga spagnola, con una Bundesliga che segna una crescita meno rapida ma inesorabile, anche per l’oculata gestione e la corretta ripartizione dei proventi dei diritti televisivi. Ecco perché oltre a continuare ad arrivare, i fuoriclasse cominciavano anche a partire, a un certo punto, o quantomeno a far percepire l’ipotesi. Questa è la premessa di ciò che, sistematicamente, accadrà nel decennio successivo.

Le “Sette Sorelle”

Quali erano, negli anni Novanta, le cosiddette “Sette Sorelle” del calcio italiano? L’espressione farebbe pensare a un vero e proprio sodalizio, in realtà si trattava più che altro di un club d’élite caratterizzato da convergenza di vedute e di interessi, oltre che da elevate possibilità economiche, composto da Juventus, Milan, Inter, Roma, Lazio, Parma e Fiorentina. Il bello è che non mancavano, all’interno, inimicizie tra dirigenti e polemiche per come si risolvevano i campionati.

I grandi dirigenti

Se, come abbiamo premesso, vi parliamo di tanti fuoriclasse, dobbiamo specificare che non tutti avevano gli scarpini ai piedi: se sono arrivati grandi calciatori e, cosa ancora più importante, se sono state costruite squadre protagoniste di cicli vincenti, è stato merito in primis di dirigenti geniali e straordinariamente competenti, che vi raccontiamo fin dall’inizio delle loro carriere: dirigenti come Adriano Galliani e Ariedo Braida per il Milan che dominava in Europa; Pietro Borea, capace di mettere insieme la Sampdoria più bella di sempre: soltanto due esempi tra i tanti che troverete nelle nostre pagine.

Ovviamente, parlando di dirigenti, c’è una “storia nella storia”, per così dire, che vi raccontiamo sin dalla sua genesi…ferroviaria, ossia quella di Luciano Moggi: per alcuni un genio in grado di spuntarla in ogni trattativa; per altri un personaggio sulfureo, quasi luciferino, in grado di manipolare ogni componente del calcio italiano, dagli arbitri ai giornalisti, passando per una serie di dirigenti avversari ma “addomesticati” ad arte.

FONTE: Guerin Sportivo