In una recente intervista a mediagol.it, si racconta Giorgio Corona, nato a Palermo il 15 maggio 1974, ripercorrendo la sua carriera ed il suo modo di intendere il calcio:

“Giorgio Corona è una persona che all’inizio lavorava e amava il calcio, che dal divertimento e dalla passione, come spesso accade da bambino, si è trasformato in un lavoro.

Da palermitano ho provato a vestire la maglia del Palermo, ma non si è mai fatto nulla, non so per quale motivo. Forse perché non si scommette mai su quello che hai in casa ma su quello che c’è fuori, e in Italia questo è un errore che si continua a fare anche oggi. Devo ringraziare il Catania che mi ha portato in Serie A, ma anche tutte quelle squadre che hanno permesso di farmi conoscere e raggiungere quella categoria che tutti sognano di conquistare.

Il mio gol più bello? Difficile dirlo, chiunque potrebbe dire quello contro il Palermo o quello all’esordio contro il Cagliari, perché esordisci in Serie A fuori casa, realizzi un gol al volo e vinci la partita, però ce ne sono stati tanti gol: con il Catanzaro, con la Juve Stabia, col Campobasso ne ho fatto uno alla Van Basten…
Ne ho fatti tanti belli, è difficile sceglierne uno in particolare. Per importanza direi quello in Serie A”.

E poi quel gesto iconico, arrotolarsi i pantaloncini:
“Nessuno ci crede ma era veramente una scaramanzia, non volevo diventare un personaggio, non era da me.
Quando giocavo nel Borgonuovo eravamo impegnati in una trasferta a Belmonte Mezzagno e perdevamo 3 a 1: poi abbiamo vinto 5 a 3, ho fatto tre gol e da allora negli anni capitava di ripetere quel gesto.
Non lo facevo sempre, ma a Catania qualche volta capitava di farlo durante la partita e tutto andava per il meglio“.

Buon compleanno ha chi ha fatto sognare i propri tifosi dai campi polverosi dei dilettanti fino alle serie A con 258 gol segnati.