Paulo Roberto Falcao, indimenticato campione della Roma campione d’Italia del 1983, racconta la sua avvetura ed il suo arrivo nella Capitale:

“Quando arrivai all’aeroporto di Fiumicino mi aspettavano 500 tifosi? Non cercavano me. Se fosse sbucato Pinco Pallino al mio posto sarebbe stato lo stesso. Cercavano la speranza di una rivoluzione tecnica. Del resto di me si sapeva poco come io sapevo poco dell’Italia. Capii subito che in Italia non è culturalmente accettabile che un calciatore frequenti una discoteca. Anzi, i night, come si chiamavano all’epoca. Preferivo stare a casa, per senso del dovere verso i tifosi che mi volevano bene. E per essere un buon promotore dei brasiliani. Molti volevano venire in Serie A, all’epoca. Nello spogliatoio della Roma un compagno mi disse: che bello che sei qua, ora ti prendi tu tutte le responsabilità. Risposi: ecco perché non avete vinto un c***o finora. Come si fa ad accontentarsi di non vincere? A 67 anni, quando gioco a tennis, se perdo mi viene voglia di ammazzarmi. Invece alla Roma qualcuno si intimidiva davanti all’Olimpico pieno: la paura ti toglie la volontà di vincere”.