Era una delle promesse più luminose del calcio italiano, il pallone gli ha dato meno di quanto si pensasse. Ora Paolo Baldieri vende gelati

“Vola, sotto la curva segna, la rete gonfia ancora, la curva s’innamora, Paolo Baldieri”

Eh sì, Paolo Baldieri appartiene alla categoria dei giocatori cui è stato dedicato un coro personale, il che fa già capire che ci troviamo di fronte a qualcuno che nel calcio ha lasciato una traccia. Sarebbe potuto essere un solco profondo, ma è mancato qualcosa, così riassunto dal diretto interessato.

“Mi sono mancate due caratteristiche fondamentali – ha spiegato ad ‘Altrocalcio.com’ – il carattere e la cattiveria. Queste lacune caratteriali non mi hanno permesso di sfruttare a pieno il mio notevole potenziale. Non avevo grande fiducia nelle mie capacità e spesso mi sottovalutavo. Il problema è che io giocavo fondamentalmente per divertirmi e alla fine posso dire di essermi divertito. Sono riuscito a dare il meglio di me in provincia dove non c’erano troppe pressioni. Comunque non ho grandi rimpianti anche perché il calcio per me non è mai stata una priorità assoluta. Nella mia vita oltre alla carriera da calciatore ho sempre dato molto spazio alla famiglia e alle mie passioni”.

Nato romano e romanista il 2 febbraio 1965, Baldieri è stato un attaccante esterno veloce e tecnico, dal dribbling facile. Cresce nella Romulea, poi a 16 anni fa un provino con la Roma, che lo prende grazie alla lungimiranza delBarone‘ Nils Liedholm, allora tecnico dei giallorossi. È organizzata allo scopo una partitella tra due selezioni di squadre locali, ma c’è un problema…

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